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La 'Realtà Aumentata' dei Subsonica - Corriere di Taranto

La 'Realtà Aumentata' dei Subsonica - Corriere di Taranto

Non sono stati presi a Sanremo ma se ne sono fatti una ragione. Poco più di un mese fa è uscito il loro decimo album in studio, ‘Realtà Aumentata’, che spazza via le voci di un possibile scioglimento, che pure è stata un’eventualità reale, visto che negli ultimi anni ognuno dei componenti della band torinese aveva intrapreso dei progetti individuali. Sulla scena musicale italiana dal 1996, i Subsonica sono ancora qui, belli pimpanti. Gli anni trascorrono e se dopo 25 e passa di carriera ci si interroga se c’è ancora bisogno di loro, la risposta è sì. Come tutte le band longevi potrebbero essere entrate nella loro zona di confort: ossia produrre dischi che siano la rappresentazione di sé più coerente possibile senza stare a cercare altre strade per attirare le nuove generazioni e lo streaming compulsivo. Il loro sound è talmente riconoscibile che se facessero altro snaturerebbero il loro modo di fare musica. I cinque musicisti (Samuel, Boosta, Max, Ninja e Vicio) propongono una formula musicale consolidata (un frullato di contaminazioni: elettronica e rock con venature dance, trip-hop, dub, funky, raggae) che suona decisamente ancora contemporanea. ‘Realtà aumentata’ traccia un quadro critico della situazione odierna, una riflessione sul mondo circostante fatta da musicisti ormai maturi che si scontrano con i paradossi del mondo moderno: la voglia di apparire a tutti i costi, la smania di raggiungere la meta appiccando guerre e lotte senza precedenti. La copertina del nuovo lavoro ricorda da vicino quella di Amorematico (2002), uno dei loro album più apprezzati ma anche come concept quella di Una nave in una foresta (2014). Questa sorta di connubio tra spazio naturale e alienazione spaziale. Come si accennava prima, suonare come qualcosa di Subsonico non è necessariamente un difetto. E sin dalla prima traccia “Cani Umani” (intro perfetta, aggressiva, dai suoni spigolosi e distorti), l’ascoltatore entra in un mondo sonoro che gli è familiare. Sa quello che deve attendersi anche se le sorprese non mancano (specie in coda) e la qualità della produzione e degli arrangiamenti è alta, cosa che forse è mancata, per loro stessa ammissione, nel precedente lavoro “8” del 2018. Il primo lato del vinile (per chi ha scelto questo supporto per ascoltare Realtà Aumentata) è quella più convincente. Oltre alla già citata open track Cani Umani ci sono i due singoli estratti: Mattino di Luce, e Pugno di Sabbia , che suonano, come detto, molto Subsonica senza però risultare un auto plagio. Poi c’è una delle tracce migliori dell’album Universo che si perde nelle orchestrazioni di Davide Rossi (apprezzatissimo arrangiatore anche a livello internazionale tanto da aver collaborato con Coldplay e Depeche Mode) ed è una sorta di passeggiata sonora nel mondo subsonico (foreste, profondità, satelliti). Segue Nessuna Colpa, contraddistinto  da un riff di chitarra particolare e Missili e droni che comincia come una ballad elettronica e termina con una parte più vibrante. Meno convincente ed omogeneo il lato B (Scoppia la bolla e Africa su Marte fanno pensare alle origini della band ma mancano il bersaglio, Grandine è un buon riempitivo, Vitiligine una ballad insipida) che però termina con uno degli episodi più affascinanti del disco, Adagio, inclusa nella soundtrack dell’omonimo film di Sollima. Un piccolo gioiello di elettronica ambient (richiami a Brian Eno ma anche a David Sylvian periodo Japan) che ci fa capire quanto ancora siano importanti i Subsonica nel panorama musicale italiano con il loro modo di fare musica dal sapore internazionale (a proposito il mixaggio è stato curato da Marta Salogni, apprezzatissima professionista italiana in quel di Londra dove lo scorso anno ha lavorato su “Memento Mori” dei Depeche Mode). I Subsonica stanno all’attuale panorama musicale italiano proprio come una nave in una foresta. Ovviamente il pezzo forte di questa band sono le esibizioni dal vivo, dove sprigiona tutta l’energia in un naturale connubio con il palco ed i fan. Assolutamente da andare a vedere almeno una volta. E speriamo che il loro tour tocchi anche Taranto dove sono stati già un paio di volte in passato.

complimenti a. - Siae

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